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April 25: watch a full concert by Accademia Bizantina

Accademia Bizantina - Venezia Stravagante - concerto

A partire dal 25 aprile, sarà disponibile online la registrazione live del concerto Venezia Stravagante, eseguito da Accademia Bizantina al Teatro Goldoni di Bagnacavallo il 13 dicembre 2020.

Potrete vedere l’intero concerto sul canale YouTube di Accademia Bizantina.

Nel frattempo vi regaliamo un assaggio, il primo movimento dal Concerto per violino in Mi minore RV 273 di Antonio Vivaldi.

Programma

Musiche di Antonio Vivaldi

  • Concerto per archi in Si bem. magg. RV 167
    Allegro – Andante – Allegro
  • Concerto per violino in Mi min. RV 273
    Allegro non molto – Largo – Allegro
  • Concerto per archi in La min. RV 161
    Allegro – Largo – Allegro
  • Concerto per archi in Do min. RV 118
    Allegro – Largo – Allegro
  • Concerto per viola d’amore in Re min. RV 393
    Allegro – Largo – Allegro
  • Concerto per archi in Fa mag. RV 138
    Allegro – Adagio – Allegro

 

Alessandro Tampieri – direzione, violino, viola d’amore

Accademia Bizantina

 

Venezia stravagante

Negli anni compresi tra il XVII e la prima metà del XVIII secolo Venezia fu uno dei più ricchi e creativi centri musicali dello scorso millennio. Da sempre uno dei nodi europei più importanti per il commercio, punto di ritrovo e crocevia di popoli e culture diverse, Venezia nel XVIII secolo era una delle città più popolose d’Europa. Anche se dal punto di vista politico la Serenissima stava progressivamente perdendo la potenza dei secoli passati, in ambito artistico la città visse nel Settecento un vero periodo d’oro. Se Napoli e Roma rappresentavano i centri musicali più importanti del sud e centro Italia, al nord la scena era dominata da Venezia, ambita meta per musicisti e compositori in cerca di un impiego nelle numerose cappelle musicali e istituzioni cittadine.

Tale ricchezza musicale fu favorita senz’altro anche dall’autonomia che Venezia acquistò in campo religioso nei confronti della Chiesa di Roma. Il parziale distacco dal rito romano influenzò la musica sacra che accompagnava la liturgia, che si sviluppò in nuove direzioni soprattutto per quanto riguarda i Vespri: in San Marco prevalse il rito di Aquileia, che si differenziava da quello romano in alcuni dettagli. Alcune feste prevedevano un elaborato utilizzo della musica nei Vespri, con complessi salmi policorali e opere strumentali intercalate con opere vocali. San Marco fu quindi un importante centro di sperimentazione per i compositori che ricoprirono il ruolo di Maestri, i quali furono quasi tutti veneziani (con l’importante eccezione di Monteverdi.) Ma San Marco non era l’unico centro musicale della città: le numerose chiese, i conventi e i monasteri, i palazzi dei nobili, le Scuole grandi e piccole, i teatri (pubblici e privati), addirittura i canali erano occasione per ascoltare e produrre musica.

C’erano poi gli Ospedali, istituti che offrivano agli orfani, prevalentemente femmine, una istruzione che comprendeva anche la musica e saper suonare più di uno strumento. Gli Ospedali erano quattro (Gli Incurabili, Mendicanti, Derelitti e la Pietà), ognuno con una propria cappella musicale, e raggiunsero il loro massimo splendore nei primi anni del ‘700. Sebbene lo scopo dichiarato fosse quello di stimolare nell’ascoltatore pensieri devozionali e di preghiera, il virtuosismo vocale e strumentale fu una prerogativa di queste istituzioni, dirette da Maestri quali Monferrato, Legrenzi, Pallavicino, Pollarolo, Gasparini e Vivaldi.

Vivaldi fu a lungo maestro presso l’Ospedale della Pietà, e numerose composizioni nacquero per questa istituzione, sfruttando le qualità delle allieve che in molti casi si rivelarono musiciste e cantanti straordinarie.

Alla Pietà si impartivano lezioni di una grande varietà di strumenti, come per esempio la Viola d’amore. Vivaldi scrisse 7 concerti per questo particolare strumento, tra cui il Concerto RV 393 presente in programma. La Viola d’amore fu un particolare strumento ad arco caratterizzato da 7 corde sotto alle quali, non toccate dall’archetto, vibravano altrettante corde grazie alle frequenze delle corde principali. Tale caratteristica donava allo strumento un suono particolarmente dolce, motivo forse del curioso nome. Lo strumento rimase sempre poco diffuso, anche perché era molto difficile da suonare. L’accordatura spesso era variabile e si adattava di volta in volta alla tonalità di scrittura per facilitarne le posizioni e la realizzazione di accordi. Tale prassi di scordatura accrebbe le difficoltà dello strumento, destinato ad una breve parabola nel corso del Settecento prima di cadere in disuso, utilizzato successivamente solo in rarissimi casi per evocare particolari atmosfere. Vivaldi fu probabilmente il primo a scrivere concerti per Viola d’Amore solista, lasciando alcune delle più importanti testimonianze di tale strumento.

Gli altri concerti in programma sono uno straordinario esempio dell’inventiva creativa dimostrata da Vivaldi nel campo della musica strumentale. Vivaldi non fu l’inventore del concerto, ma fu senza dubbio colui che meglio ne codificò la forma, creando il modello per i suoi contemporanei e per i compositori a venire. Una produzione straordinaria, frutto molto spesso di un modo di comporre impulsivo, un vero e proprio vulcano di idee in continuo movimento. Di fronte ad una produzione così importante (più di cinquecento concerti) potremmo pensare ad una ripetitività del materiale musicale. Invece Vivaldi si rivela compositore dalla varietà sorprendente. La ricchezza di organico, di effetti di colore legati per esempio a concerti a programma e onomatopeici, rendono Vivaldi un compositore unico, non solo nella sua generazione. Un raro compositore capace di esprimersi ai massimi livelli in ogni repertorio musicale, e un fulgido esempio di una Venezia geniale e stravagante.

Bernardo Ticci

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