Musiche di G.F. Händel
- Concerto Grosso in Sol maggiore Op. 6 n 1 HWV 319
A tempo giusto, Allegro e forte, Adagio, Allegro, Allegro - Concerto Grosso in Fa maggiore Op. 3 n. 4 HWV 315
Andante – Allegro – Lentamente, Andante, Allegro, Allegro (alternativo) - Concerto Grosso in Sol minore Op. 6 n. 6 HWV 324
Largo affettuoso, A tempo giusto, Musette. Larghetto, Allegro, Gavotte, Allegro - Concerto Grosso in Re minore Op. 3 n. 5 HWV 316
[Ricostruzione del Concerto e della parte di Viola a cura di Ottavio Dantone]
[A tempo ordinario], Allegro, Adagio, Allegro ma non troppo, Allegro - Concerto Grosso in Re minore Op 6 n 10 HWV 328
Ouverture, Allegro, Air. Lentement, Allegro, Allegro, Allegro e moderato
Accademia Bizantina
Ottavio Dantone – clavicembalo e direzione
Alessandro Tampieri – concertmaster
Alle 20:00, presso il Ridotto del Teatro Goldoni, il concerto sarà introdotto da “Scopri il programma”, con il musicologo Bernardo Ticci.
Le due raccolte di Concerti Grossi di Händel, date alle stampe con il numero di Opera 3 e Opera, 6 sono in realtà molto diverse tra di loro, sia cronologicamente che dal punto di vista formale. I 12 concerti che compongono l’Opera Sesta furono scritti da Händel sul finire degli anni ’30 del Settecento, a Londra. Il compositore aveva bisogno di nuovi concerti da eseguire durante le rappresentazioni in teatro delle proprie opere e oratorî, come era prassi all’epoca. In circa un mese Händel completò il lavoro, spinto da un impulso creativo particolarmente felice. I concerti grossi di questa raccolta mostrano quanto Händel abbia saputo rielaborare l’eredità di Corelli, imprescindibile punto di riferimento nella forma del concerto grosso. Il lascito del compositore italiano viene fuso con la forte personalità di Händel, che raggiunge forse il punto più alto della sua produzione strumentale in un meraviglioso esempio dell’originalità del proprio linguaggio musicale, frutto di una contaminazione e elaborazione personale di stili diversi, appresi e assimilati durante la propria vita.
I 6 concerti che costituiscono l’Opera Terza nascono invece da un’operazione commerciale di John Walsh, l’abile e intraprendente editore di Händel. Walsh, quasi certamente all’insaputa del compositore stesso, attinse a brani precedentemente composti e li assemblò per dare forma a concerti che si rivelano “grossi” solo nel nome. Tuttavia la raccolta ebbe una diffusione e un successo tali da accrescere ulteriormente la fama di Händel, nonché i commerci di Walsh, uno dei più abili uomini d’affari nel mondo dell’editoria musicale del tempo.
(Dalle note di sala a cura di Bernardo Ticci)