Nella vita ci sono momenti che rimangono speciali e che producono situazioni magiche.
Erano ormai passati cinque mesi da quando la pandemia aveva messo a soqquadro il mondo intero e di conseguenza sospeso la nostra attività professionale e artistica. La registrazione dei Concerti grossi di Händel era prevista da molto prima che Covid-19 facesse irruzione nella nostra vita, ma di fatto fu per noi il primo progetto dopo lo stop forzato, il barlume di ripresa che tutti aspettavano ansiosamente.
Questi Concerti sono a mio parere un’opera fondamentale nella storia della musica e rappresentano appieno l’essenza più autentica di Händel. Qui è raccolta tutta la sapienza e la verve compositiva che un musicista può esprimere. Tutte le forme, gli stili e le danze dell’epoca sono illustrate con maestria e raffinatezza.
Ma quello che incanta è che proprio in assenza della parola Händel riesce a far parlare la musica come solo lui sapeva fare.
Ecco dunque il terreno ideale, l’occasione più propizia per ritrovarsi e fare musica insieme. Dal primo giorno di prove ho avvertito un’atmosfera speciale, una gioia interiore che traspariva nei volti di tutti. Ho sentito crescere la voglia di essere uniti, parlare lo stesso idioma musicale e condividere le stesse emozioni come un unico organismo, situazione questa che rappresenta uno dei momenti più affascinanti e prodigiosi nella vita di noi musicisti. E così sono passati i giorni, intensi e impegnativi, alla fine dei quali la sensazione di stanchezza era sovrastata dalla soddisfazione di aver riprodotto tanta bellezza.
Quando l’incisione è terminata ho avuto la netta percezione di aver vissuto un’esperienza che rimarrà nella mente e nel cuore per tutta la vita.
E capire come dalle macerie di un drammatico periodo come quello che ci aveva preceduto e che avrebbe continuato ad affliggere il mondo ancora per molto tempo, potesse spuntare un fiore dal profumo intenso del piacere e della meraviglia.
Ottavio Dantone
agosto 2022